L'economia, il mercato, hanno le loro regole; alcune complesse, e incomprensibili se non a seguito di lunghi studi, alcune semplici come quella elementare della formazione del prezzo sulla base della contrattazione tra domanda e offerta.
Che la maggior parte delle persone non conosca e capisca le regole più complesse, è cosa normale e comprensibile... è invece incomprensibile come studiosi della materia, insigni professori, di fama internazionale che hanno pure ricoperto importantissimi incarichi istituzionali con competenze in materia economica,non riescano a capire cose semplicissime che sono invece alla portata di tutti.
Un paio di settimane fa leggo sbalordito un articolo a firma di Oscar Giannino nel quale egli diceva che sarebbe più equo far pagare una tassa a tutti proprietari di abitazione (anche pensionati col minimo e la badante da pagare, e anche quelli che quasi affogano per pagare il mutuo venti o trentennale di quella casa di cui sono diventati proprietari non senza aver prima pagato allo Stato migliaia di euro di tasse sull'unghia) anzichè un'imposta dell'1,5% sui patrimoni superiori al milione e mezzo di Euro così come proposto da Confindustria.
Una settimana fa, invece (esattamente Domenica 9 Ottobre) leggo, sempre dalle colonne del Gazzettino, un articolo intitolato "Una ricetta SEMPLICE per incrementare lo sviluppo" a firma di Romano Prodi.
Non ho mai avuto molta stima di Prodi, ma quell'articolo davvero mi ha fatto accapponare la pelle al pensiero di come sia possibile che una persona così tanto stimata, un professore, un ex presidente del consiglio, sia talmente ignorante da non conoscere il semplicissimo motivo per cui, come lui stesso afferma, "vi sono quasi sei milioni di abitazioni non occupate, che non danno alcun reddito."
Quale sarà mai il motivo per cui chi ha un'abitazione vuota preferisce rinunciare al reddito che verrebbe dall'affittarla? forse che i proprietari di questi sei milioni di abitazioni schifano di guadagnare qualche soldo che, oltrettutto, andrebbe a compensare le inevitabili spese di manutenzione e le spese comuni (in casi di appartamenti condominiali) che ci sono sempre a prescindere se l'abitazione è affittata o meno?
Andiamo, sù, un piccolo sforzo di immaginazione caro professore, prova a pensare un pochino...
Non sarà che in Italia, dato l'attuale impianto giuridico assai sbilanciato a tutela degli inquilini, la sua inefficienza quando è il proprietario che deve essere tutelato, la sua onerosità, a fronte della prospettiva di un guadagno da affitto al proprietario si pone IL GRAVE RISCHIO di trovarsi di fronte ad un inquilino moroso (sul cui affitto non incassato lo Stato comunque pretende il versamento delle imposte da parte del proprietario) dal quale non è più possibile liberarsi, se non dopo anni e con costi ingenti?
Non sarà forse per quello?
Se gli affitti in Italia sono altissimi e ci sono sei milioni di immobili sfitti... non sarà per caso che in Italia i rischi collegati sono eccezionalmente alti rispetto agli altri paesi d'europa?
Ma sentiamo qual'à la SEMPLICE ricetta pensata dal professor Prodi, "per spingere i proprietari a fare ogni sforzo per mobilizzare e fare fruttare il proprio patrimonio".
Basterebbe, indivina un po? "reintrodurre l’Ici (con le dovute modulazioni per le categorie più disagiate) e innalzarla nei confronti dei sei milioni di case sfitte".
Geniale e perfettamente in linea con il sempre "semplice" modo di pensare del professore; il quale è sempre stato un fautore dell'introduzione di maggiori imposte qui o là a seconda di dove si vuole dirottare le risorse del mercato.
Però il giochino dell'aumento del carico per ottenere il riequilibrio di una nave sbilanciata, ha un limite, quello della soglia di galleggiamento!
Se ho una barca che è già sbilanciata da un lato (6 milioni di case sfitte) a causa di un eccesso di carico (il rischi collegati all'attività affittuaria in Italia) e per ribilanciarla, invece di rimuovere l'eccesso di carico (riducendo il rischio) aggiungo un'altro carico, devo stare attento che magari la barca non affondi sotto il peso eccessivo di troppi carichi.
Perchè, come disse Herman Daly, se si aggiunge continuamente carico ad una nave e ci si preoccupa solo di distribuirlo efficientemente senza curarsi della sua entità, prima o poi la barca affonderà anche se con la magra consolazione di vederla affondare in "modo ottimale".
Nel caso specifico, in un mercato immobiliare già fortemente scoraggiante, la "semplice ricetta" del professore, avrebbe l'unico probabile effetto di creare un'ondata di vendite (da parte dei proprietari che oggi tengono sfitto perchè ritengono inacettabile il rischio da sostenere,ma ancora accettabile i costi da sostenere per il mantenimento della proprietà) che deprimerebbero ulteriormente e fortemente il già asfittico mercato immobiliare, e dirotterebbere tutte le scarse risorse liquide ottenute dalla vendita sotto costo degli immobili, verso il mercato immobiliare estero.
Grandioso, proprio quello che serve all'Italia, ottima "ricetta" professore, complimenti!
Il controsenso di oggi è questo:
Che una persona possa raggiungere altissimi ruoli istituzionali, e gli vengano riconosciuti importanti titoli accademici, e sia conosciuto e stimato a livello internazionale e, purtuttavia, dimostri di non essere in grado di capire cose che sono alla portata di una qualsiasi normalissima persona che sia almeno in grado di leggere e scrivere.
Saluti e...
buoni controsensi a tutti.
7 commenti:
Mai sentito parlare di cementificazione genio?
Sì, ne ho sentito parlare e non ci azzecca nulla con il problema dei sei milioni di case sfitte.
E anche fosse che le case sono sfitte per soprannumero, la scelta di aumentare la tassazione rimane assolutamente insensata, anzi lo diventa maggiormente perchè addirittura in quel caso la possibilità di affittare l'immobile non sarebbe nemmendo dipendente dalle scelte dei proprietari e pertanto anche aumentanto la tassazione a dismisura gli immobili rimmarrebbero sfitti e non redditizi.
Quindi,i proprietari, non potendo affittare, ma dovendo sostenere costi e tassazione maggiorata si risolverebbero a vendere gli immobili, con le immaginabili devastanti conseguenze sul mercato del nuovo, sull'industria delle costruzioni e su tutti i lavoratori che operano nel settore.
Eh, ciliegina sulla torta, da questa bomba innescata dalle geniali idee del professore, lo stato non ci guadagnerebbe un bel nulla (se non in un primissimo momento), in compenso si troverebbe con qualche migliaio di cassa integrati in più da pagare, e qualche altra decina di migliaia di disoccupati.
Questo sì che è un bel risultato... geniale!
Hal9000 e Prodi... vi siete chiesti se sono "realmente" sei milioni le case sfitte?
Sei milioni è il numero che Prodi riporta nel suo articolo pubblicato sul quotidiano "Il Gazzettino".
Ovviamente io non mi sono messo ad andare in giro per l'Italia a contare gli alloggi sfitti; confido che il "professore", nonostante sembri non capire concetti elementari di economia reale, sia almeno in grado di riportare dati se non proprio esatti al 100%, quantomeno verosimili.
Il mio "realmente" era riferito alla pratica dell'affitto in nero che con il DL23/2011 dovrebbe subire un forte calo(si spera!). Qui di seguito, riporto una parte dell'articolo "PROPRIETA' PRIVATE: LE CASE SFITTE E LA TASSA PER IL POPOLO" (www.cagliarifornia.eu)dove viene proposta una "ricetta" a favore del Popolo:
"Di contro appena il 5% dei proprietari più ricchi possiede il 25% del valore totale delle abitazioni, mentre il 50% dei meno ricchi possiede solo il 18,7% del valore immobiliare.
Però si continua a costruire edilizia ad uso abitativo privato, perché l'edilizia è un comparto trainante dell'economia, ma non edilizia popolare, perché lo Stato non ha soldi. Il risultato è che in Italia più di 5,5 milioni di appartamenti risultano sfitti.
Ora bisogna ammettere che forse lo squatting è eccessivo, ma una tassa sulle case sfitte, il cui gettito andasse a finanziare la costruzione di edilizia popolare, non sarebbe affatto scandalosa."
P.S. non sono un comunista;)
https://www.facebook.com/NicPorro/videos/958071197594394/
Da un commento letto su Facebook postato il 17 Giugno 2024:
M.G.
Quello e' senz'altro il problema peggiore [il problema esposto da M.G. che nessuno affitta a persone che non conosce perché una volta che è dentro non lo butti più fuori anche se non paga l'affitto. ndr].
Ma non e' il solo.
Nello specifico: io faccio solo locazioni transitorie di un anno, in appartamento condiviso fra due Conduttori, ognuno con la sua stanza.
Per consuetudine, e per legge, questo stato di transitorieta' e' considerato certo se il Conduttore ha residenza in altro comune, e ha necessita' di spostarsi per motivi di lavoro o di studio. Per la residenza fa fede quanto scritto nella carta di identita'.
Veramente, alcuni legali ritengono che non sia sempre necessaria la residenza in altro comune - si pensi all'impossibilita' di abitare in casa propria se ci sono lavori di ristrutturazione in corso - ma certamente quando e' cosi' si e' sicuri di non sbagliare, tanto e' vero che e' diventata prassi comune escludere i concittadini.
Altrimenti, in caso di residenza nello stesso comune, diventa obbligatorio fare un concordato 3+3, un breve, o un abitativo ordinario 4+4; cosa che non ho la minima intenzione di fare: tempi troppo lunghi o troppo corti per le mie esigenze.
E gia' questa limitazione esclude un sacco di gente, che poi insiste e mi prega di fare il contratto anche se risiedono nella mia citta'. Quando non mi e' consentito, o almeno non e' prudente.
Non e' colpa mia se rifiuto.
Gia': tanto poi le eventuali multe le devo pagare io.
.
Se tutte queste limitazioni non ci fossero, di case ne salterebbero fuori di piu'.
Posta un commento