domenica 9 giugno 2013

L'INVEROSIMILE TEORIA DELL'EVOLUZIONE DELLE SPECIE

La teoria evoluzionistica secondo la quale da una specie ne deriva un'altra come "adattamento" all'ambiente, è completamente campata in aria... una "teoria" appunto, ma senza nessuna possibilità di dimostrazione nè empirica nè storica.
Il principio della "selezione naturale", parte dal presupposto che partendo da una specie si creino, per mutazione "spontanea", tutta una serie di altre specie tra cui una destinata a sopravvivere e tutte le rimanenti a soccombere.
Intanto non è affatto dimostrato che le mutazioni, quando avvengono, siano di portata tale da creare veramente delle differenze significative al punto di favorire quell'unico soggetto mutato e far soccombere tutte gli altri e generazioni future... al contrario le mutazioni, quando ci sono, sono per lo più dannose per l'organismo e se non sono dannose, comunque non sono tali da creare differenze sostanziali nel rapporto con l'ambiente.
Prendiamo il caso degli uccelli. Secondo la teoria evoluzionistica essi derivano dai teropodi, ovvero bipedi, ovviamente privi di ali... ammesso che le mutazioni ci siano state (cosa di per sè non dimostrabile) è inverosimile (sulla base dell'esperienza e della conoscenza delle mutazioni) che ci sia stato anche un solo esemplare che dal nulla possa avere sviluppato delle ali vere e proprie così da dargli un "vantaggio" esclusivo sugli altri della stessa specie; è ipotizzabile invece che un esemplare possa aver sviluppato un abbozzo di ali, ma questo abbozzo, non gli avrebbe dato alcun vantaggio rispetto agli altri della stessa specie, per cui la "selezione naturale" non avrebbe potuto operare.
La teoria evoluzionistica, inoltre, oltre ad essere molto debole sul piano teorico (per i motivi suddetti), non è dimostrabile sul piano storico in quanto il massimo che si più trovare sono frammenti di ossa vecchie di migliaia di anni... a parte la difficoltà di ricostruire un intero esemplare partendo solo dalle ossa e, a volte, da solo alcune ossa o parti di ossa, rimane il fatto che un ritrovamento archeologico di quel tipo può essere solo la prova dell'esistenza di una determinata specie in un determinato periodo, e non può invece provare il collegamento evoluzionista con altre specie, perchè l'evoluzione è un fenomeno dinamico, mentre il reperto archeologico è una specie di "istantanea" che prova quello che c'è in un determinato momento e posto, senza poter dimostrare cosa c'era prima e cosa c'è stato dopo; qualsiasi ipotesi che una ritrovamento sia una forma "evoluta" di un ritrovamento precedente, è, pertanto, pura e semplice illazione.
 Io non nego l'esistenza di un fenomeno evolutivo... dico che l'evoluzione non può essere spiegata come fenomeno casuale di mutazioni, combinato con la selezione determinata con il rapporto con l'ambiente.... quella spiegazione, semplicemente, non sta in piedi, è inverosimile, ed indimostrabile.
Io propendo piuttosto per un'altra spiegazione, anche questa indimostrabile, ma più verosimile perchè slegata dalla necessità dell'esistenza di mutazioni casuali e di selezione; la mia teoria (e dico mia, perchè non l'ho sentita ancora da nessun altro... e non conosco le teorie creazioniste) è che l'evoluzione ci sia stata ma "preordinata" nel patrimonio genetico stesso, ovvero delle mutazioni "programmate" nei geni ma che si "attivano" da generazione in generazione.
Ovviamente, una tale teoria, non può non contemplare l'esistenza di una intelligenza all'origine di tutto.