mercoledì 13 febbraio 2008

Che misero stipendio!


Prendo spunto dalla puntata di ieri sera (12/02/08) di "Porta a Porta", trasmessa su RAIUNO, per mettere nero su bianco il sentimento di stupore con retrogusto di indignazione che già altre volte in passato mi ha colto assistendo scene che, a mio giudizio, non possono essere altro che "sceneggiate".

Il fatto è che, da ché esistono i sindacati e i contratti nazionali, ogni stagione è buona per piangere sulla "magrezza" delle buste paga e per invocare aumenti salariali... ovviamente su queste rivendicazioni e su questo tipo di malessere c'è tutta una fetta politica e politicante che ci campa e che ha interesse ad enfatizzare la percezione del disagio sociale collegato alla questione salariale.
Infatti, in questo ambito la competizione politica si è svolta come una specie di corsa al rialzo nell'essere più bravi degli "altri" a manifestare maggior sentimento di compassionevole tristezza verso chiunque fosse ascrivibile alla categoria dei "lavoratori dipendenti" ( ovviamente per lavoratori autonomi, artigiani, commercianti, visto che non appartengono alla suddetta categoria, nessuna compassione "a prescindere" ) , accompagnando tale sentimento al maggior sdegno possibile per il livello retributivo che, "a prescindere", non poteva essere definito altro che "misero".
A prescindere da che? a prescindere dal fatto che ci sono parecchie categorie di "lavoratori dipendenti", ad esempio magistrati e dirigenti pubblici, che guadagnano più di lavoratori autonomi, artigiani o commercianti che oltrettutto, magari a seguito dell'evoluzione del mercato, a differenza dei suddetti lavoratori dipendenti, col passare del tempo, invece di vedere aumentare i loro guadagni, li hanno visti via via diminuire; basti pensare ai calzolai, alle officine di riparazione delle biciclette, ai piccoli fruttivendoli... privi di qualunque garanzia retributiva ( mica possono rivolgersi ad un "tribunale del lavoro" se un cliente non torna più ad acquistare da loro o gli contesta il corrispettivo ) e in balia dell'evoluzione del mercato delle merci e dei servizi, e DELLE LEGGI(!).
Giusto ieri sera alla trasmissione "Ballarò" su RAITRE, l'on. Franceschini del neocostituito PD, non ha avuto nessuna remora nel prendere i "lavoratori autonomi" come esempio di "evasore fiscale" e contemporaneamente ribadire la assoluta innocenza fiscale "a prescindere" del "lavoratore dipendente" ( l'accostamento è stato fatto in un tentativo di "equità di condanna" dove i primi sono da condannare per evasione, i secondi, semmai, per non fare il loro dovere ).
A prescindere da che? dal fatto che è molto facile ed è esperienza comune a tutti, imbattersi in lavoratori dipendenti privati e pubblici ( questi ultimi a maggior ragione visto che spesso godono di orari che gli consentono di avere mezza giornata libera ) che effettuano lavori artigianali o di consulenza, o di assistenza, "in proprio" e assolutamente "in nero" ( elettricisti, muratori, idraulici, estetiste, ma anche insegnanti, infermieri, tecnici del Comune o delle Agenzie del Territorio, Vigili del Fuoco, Vigili Urbani... etc, etc... ), quindi, con evasione fiscale totale.

Tornando alla gara a chi è più bravo a "strapparsi le vesti" parlando dei "miseri" stipendi dei lavoratori dipendenti, c'è da dire che, in effetti, se perfino il lauto stipendio di parlamentare, sufficente da solo a far campare dieci operai tessili, è ritenuto da più di qualche esponente politico "appena sufficiente" a coprire le spese; figurarsi come deve apparire ai loro occhi una retribuzione che è un decimo di quella a cui sono ormai abituati.

Ma, in aggiunta alla "questione salariale", da quando poi lo Stato Italiano, entrando in Europa, ha cominciato a stringere i cordoni della borsa e contemporaneamente ad "aspirare" quanta più liquidità possibile dalle tasche degli Italiani per far fronte agli impegni Europei di "stabilità economica" ( e meno male! ), si è cominciato a versare sempre più copiose lacrime anche sul "fronte" delle pensioni.
Giusto verso gli anni '90 nasce il PdP, il Partito dei Pensionati... come era prevedibile, anche attorno alla questione "pensionistica" si è sviluppato tutto un dibattito politico in cui la competizione ricalcava esattamente quella a "difesa dei salari" con l'unica differenza che "lavoratori dipendente" è stata sostituito con "pensionato" e "retribuzione/salario" con "pensione"... il tutto ovviamente sempre all'insegna dell'"a prescindere".

Ecco che, come in tutte le competizioni, anche in questa si è concretizzato il "rischio dopping".
Infatti, per ovvie convenienze politiche ma anche giornalistiche ( si sà, i giornali/giornalisti sono sempre alla ricerca della notizia "sensazionale" o, in mancanza, di quella che crea scalpore, o che smuove gli animi, i sentimenti, e ditemi voi, se un bell'articolo o un bel servizio sulla giovane famigliola che non guadagna abbastanza per mantenere sè e i suoi figli o sul pensionato che non arriva alla "quarta settimana", beh... non tocca forse il cuore delle persone? ), si sono manifestati sempre più casi "artificialmente gonfiati".

E qui torno alla puntata di ieri sera di Porta a Porta... un caso esemplare di dopping informativo o, se vogliamo di caso "artificialmente gonfiato".
Ma prima di dire chiaramente a cosa mi riferisco, voglio ricordare la puntata di "Forum", trasmessa l'altro ieri pomeriggio su Rete4 perchè, come direbbe un noto ministro dell'ultimo governo Prodi, "qui c'azzecca" e come che c'azzecca.

Si trattava di una causa in cui da una parte c'era un uomo che lavorava come muratore e guadagnava circa 1700Euro/mese, dall'altra la sua ex moglie che assieme ai loro tre figli viveva nella ex casa coniugale di proprietà del marito il quale era tenuto a versare alla moglie 1000Euro/mese per il mantenimento dei figli e della moglie.
L'ex moglie si è rivolta al giudice perchè, da alcuni mesi, il marito, avendo scoperto casualmente che la donna aveva una piccola fonte di reddito ( circa 4-600 euro/mese ) non gli corrispondeva più per intero l'importo dovuto ma solo 700Euro (ovvero solo parte destinata al mantenimento dei figli).
Ebbene, è qui interessante notare che il pubblico in studio e pure i votanti via Internet hanno letteramente "stroncato" le ragioni dell'ex moglie; l'accusa che maggiormente gli veniva rivolta era di essere insensibile alle difficoltà economiche del marito ( a cui inizialmente rimanevano 700Euro al mese per mantenersi ), e, considerato il reddito complessivo di "ben" 1100-1300Euro/mese su cui poteva contare, non era affatto nelle condizioni "morali" di chiedere al marito di continuare a sacrificarsi come all'inizio visto che ( e qui sta il punto a cui volevo arrivare ), visto che 1200-1300E/mese sono sufficienti al mantenimento suo e dei tre figli piccoli ( senza affitto, nè mutui ).
La conduttrice, Rita Dalla Chiesa, legge pure una e-mail, ricevuta durante la trasmissione, dove una signora sosteneva che nella sua famiglia con un stipendio di 1000E/mese vivono in quattro! ( per cui biasimava la donna in causa perchè, con "soli" tre figli e "ben" 1200-1300Euro di reddito, poteva permettersi senz'altro di farseli bastare ).
La stessa Rita Dalla Chiesa, di norma sempre attenta a non sbilanciarsi troppo nel giudizio, è giunta a definire "indifendibile" la ex-moglie la quale continuava a denunciare fortemente il suo "bisogno" di continuare a ricevere per intero l'assegno di mantenimento ( 1000E ) perchè i altrimenti, a dispetto di tutti quelli che sostenevano il contrario, "non ce la faceva" a coprire tutte le spese.

Ecco...
arrivo alla puntanta di Porta a Porta...
c'è il Cav. del Lavoro Silvio Berlusconi in studio...
il conduttore, Bruno Vespa, vuole introdurre una domanda al suo ospite per mezzo di un breve servizio... un'intervista... la domanda, come potete immaginare, verterà sul caro vita e sui salari.
Inizia il servizio...
un uomo e una donna, coniugi, di mezza età si presentano...
impiegata Lei... impiegato Lui...
Con un espressione triste, triste e il tono di voce sommesso di una persona avvilita rispondono alle varie domande poste dall'intervistatore.
Che reddito avete? Lei: 1500E - Lui: 1700.
Totale: 3200Euro, ogni mese, SICURI(!)
Molta gente in quelle condizioni avrebbe un sorriso da un'orecchio all'altro ma i nostri protagonisti no, anzi, al contrario espressione triste e tono sommesso ( per non parlare del tono di voce usato dell'intervistatore nel porre le domande, quel tipico tono di chi ha quasi ritegno nel porre domande che "fanno soffrire", perchè costringono l'intervistato a raccontare il suo "dramma" e l'ascoltatore a diventarne partecipe ).
L'intervista continua:
...e, ce la fate ad arrivare a fine mese?
- Eehh (sospiro) a fatica... sà... il mutuo per la casa ( nuova?), la rata per l'automobile (nuova?), le bollette, i figli ( maggiorenni che vivono per conto loro ) da aiutare, le tasse... etc... etc...
Man mano che i "testimonial" della coppia avvilita dalla difficile situazione economica in cui versa, elenca i costi a cui fa fronte mensimente, sullo schermo televisivo viene fatto comparire il totale progressivo; a fine intervista la cifra raggiunge quota... indovinate un po!... 3100!
Siiii! incredibile! a fine mese questi coniugi non riescono a risparmiare più di 100 Euro!
Il servizio si chiude poi in modo "teatrale" con l'inquadratura del libretto con le foto delle viaggi/vacanza trascorsi che in futuro, la coppia non potrà più permettersi.

A questo punto la domanda sorge spontanea...
ma se l'ex moglie della succitata puntata di Forum si è vista rivolgere innumerevoli aspre critiche per il fatto che lamentava la sua incapacità di far fronte alle spese mensili con "soli" 1300E al mese, cosa avrebbero fatto o detto gli ospiti in studio a Forum se si fossero trovati di fronte la coppia "testimonial" di Porta a Porta che, con un reddito più che doppio di quello della donna e con soli due figli ( maggiorenni e indipendenti ), arrivano a fine mese spendendo quasi tutto?


E allora un conto è mostrarsi tristi e avviliti perchè non si riesce ad avere tutto quello che si vuole o a mantenere tutto quello a cui si è stati abituati fino a quel momento; un'altro conto è vivere con l'ansia di non riuscire a potersi permettere nemmeno lo "stretto necessario".
E con "stretto necessario" mi riferisco ovviamente alla versione più economica possibile di queste "merci": alimenti, vestiti (anche di seconda mano), un tetto, servizi e prodotti per l'igiene, riscaldamento, istruzione, un mezzo di trasporto autonomo (anche usato).

E qui finalmente posso spiegare l'indignazione a cui facevo riferimento all'inizio di questo mio post.

E' o non è indecente che, con tutte le famiglie Italiane che versano VERAMENTE in condizioni di incipiente indigenza, coppie e singoli che rischiano non potersi permettere nemmeno lo "stretto necessario", un servizio giornalistico importante come quello RAI prenda come esempio di "famiglia in difficoltà" una coppia di coniugi che DI FATTO gode di un buon reddito e il cui problema principale è, semmai, decidere su quali delle cose che desidera acquistare dovrà risparmiare?

E' o non è indecente che delle persone che avrebbero tutte le ragioni per ritenersi benestanti e, comunque, tutt'altro che a rischio indigenza, vadano in televisione a mostrare la loro faccia triste, pensierosa e avvilita?
Perchè delle due l'una: o sono davvero convinti di essere in difficoltà economiche, e allora sarebbe meglio che cominciassero a guardarsi intorno, o fanno "la scena" a favore e nell'interesse del giornalista, ed allora quella "sceneggiata" risulta essere un deliberato insulto a coloro che VERAMENTE versano in gravi difficoltà economiche.

Ecco, anche se non escludo la prima ipotesi, propendo per la seconda.
Ma la cosa stupefacente è che dopo la "testimonianza" nessuno dei presenti alla trasmissione "giornalistica", e tantomeno il personaggio politico di turno, ha sollevato dubbi sulla reale condizione dei coniugi presi ad esempio nel servizio.
Questo ha purtroppo un senso:
Al giornalista interessa il "pathos"; non importa come... purchè si "pianga".
L'importante non sono i contenuti... sono le facce tristi, i toni sommessi, i volti avviliti... semmai si preoccuperà, giusto per un minimo di coerenza sul tema, che la differenza tra entrate e uscite del "testimonial" sia vicino allo zero.
Al personaggio politico non importa "chi piange" e se "ha reale motivo a piangere", l'importante è far vedere che pure Lui, il politico, partecipa della sofferenza e "piange", meglio se dimostra di saper piangere anche più degli "altri" (politici).
Del resto "anche i ricchi piangono", e se un politico non dimostra solidarietà verso le "ansie" ( giuste o sbagliate che siano ) di quello che potrebbe essere un esempio di "Italiano medio" rischia di attirarsi le antipatie di quelli che in quell'esempio si riconoscono... insomma... "anche i ricchi... votano!"

La cosa potrebbe passare inosservata o forse anche risibile se non fosse che ha due effetti collaterali decisamente disdicevoli:
- Il primo di ordine morale: spendere tempo e informazione pubblica a parlare di "finta sofferenza" quando di vera ce n'è a palate è un insulto a chi la vera sofferenza la vive tutti i giorni sulla propria pelle.
- Il secondo di ordine sociologico: se si fa passare il messaggio mediatico che non c'è un limite di reddito al di sopra del quale è giusto e doveroso ritenersi benestanti, automaticamente si legittima CHIUNQUE a lamentarsi per le proprie "difficoltà economiche", indipendentemente dal fatto che queste siano REALI ( incapacità di procurarsi il minimo necessario ) o dovute al differenziale tra ciò che ci si può permettere e ciò che si desidera avere. In pratica si "promuove" il malcontento in ogni fascia sociale.

Come accennavo all'inizio di questo mio post, purtroppo mi è capitato già altre volte in passato di assistere ad altri casi "indecenti".
Più o meno agli inizi degli anni novanta ricordo chiaramente di aver visto un servizio giornalistico RAI in cui veniva intervistata una insegnante in pensione che, quando nel contempo la maggior parte dei pensionati raggiungeva a malapena il milione di Lire, dichiarava di percepire due milioni di Lire al mese e (udite, udite!) si lamentava con l'intervistatore delle sue difficoltà di "arrivare a fine mese".
Altro caso: sempre negli anni novanta mi è capitato di leggere un articolo sul giornale locale che riportava l'iniziativa di un gruppo consigliare di sinistra ( mi pare si trattasse proprio di Rifondazione Comunista ), di portare nella sala del Consiglio Comunale un "lavoratore dipendente" a testimioniare la difficoltà economica della classe sociale a cui apparteneva; ebbene tra le migliaia di lavoratori che nel territorio comunale percepivano appena più del milione di Lire, in un periodo nel quale uno stipendio da due milioni era considerato "lauto", quegli esponenti politici non sono riusciti a presentare al Consiglio Comunale niente meno che un autista della locale azienda dei trasporti pubblici; un para-statale, con orari agevolati, iper-garantito nei diritti e nella continuità lavorativa che, inoltre, a quel tempo percepiva circa... 1.700.000 Lire al mese! e, di grazia, di cosa avrebbe dovuto lamentarsi costui?
E quegli esponenti della politica locale... con che faccia-tosta, mi domando, avranno argomentato le "gravi" difficoltà economiche in cui versava il loro "testimonial"?

Ecco...
mi pare, a questo punto di aver chiarito e documentato la fonte dello "stupore con retrogusto di indignazione" di cui avevo detto nelle prime frasi di questo post.

Penso che non sarà difficile che concordare con il mio punto vista e , comunque , ogni commento sarà benvenuto.

Il controsenso di oggi è questo:
Discutere in pubblico di povertà e disagio economico portando come esempio persone oggettivamente "benestanti". (Un insulto a chi la povertà la vive veramente).

Saluti e...
buoni controsensi a tutti.

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