domenica 18 gennaio 2015

QUANDO NON CI SONO PROVE... MEGLIO CREDERE

Quello che segue cerca di essere un'analisi logica e c'è anche un minimo di riferimento al classico linguaggio di programmazione. L'analisi tenta di rispondere alla domanda se sia o no più ragionevole credere o non_credere a delle testimonianze che non possono essere provate vere.
La domanda può sembrare strana: come si fa a credere ad una testimonianza che non si può provare vera?
Il fatto è che il non provare che una testimonianza sia vera, di per sè non comporta che si sia dimostrato che sia falsa; per cui, se non è dimostrata falsa può ancora essere creduta senza cadere nell'irragionevolezza.
Per esempio, se io dico che oggi ho perso esattamente cinque capelli, nessun può dimostrare che dico il vero, ma nemmeno che dico il falso.
Ci sono avvenimenti che si conoscono solo per mezzo di quanto viene riportato dai testimoni (per esempio, la vita e le parole di Cristo, quella di Maometto, gli incontri con esseri alieni dotati di veicoli volanti, le abduzioni, rapimenti alieni, le formazioni grafiche nei campi, i cerchi nel grano, gli incontri con gli spiriti, esperienze pre-morte). Chi si occupa anche solo superficialmente di casi giudiziari sa quanto sia difficile giungere ad una ricostruzione certa dei fatti ed avvenimenti anche se il caso in cui si indaga è relativo ad avvenimenti accaduti al giorno d'oggi.
Ne deriva che la ricostruzione "certa" dei fatti avvenuti in un lontano passato, lontano decenni, secoli, millenni, è oggettivamente un impresa tecnicamente impossibile e quindi si può affermare che è altrettanto IMPOSSIBILE dimostrare la FALSITA' DI TUTTE le testimonianze collegate agli avvenimenti oggetto di indagine. Allo stesso tempo è IMPOSSIBILE DIMOSTRARE LA VERIDICITA' di tutte le testimonianze; dirò di più, è impossibile dimostrare la veridicità di ANCHE SOLO DI UNA tra tutte stante che la verità, per essere oggettiva, non deve essere sostenuta da assiomi. Ma secondo logica, nessuna dimostrazione è possibile senza assiomi (io l'avevo capito da solo che la verità oggettiva è qualcosa che non è alla portata dell'uomo, molti anni fa, probabilmente dopo la lettura del "Pendolo di Foucault" di Umberto Eco, e ancor più dopo aver visto "Matrix" il film, ben prima quindi di venire a conoscenza del teorema di Gödel). Allora succede che credere, come non_credere, è una scelta soggettiva e non oggettiva e non si può giudicare chi crede uno stolto o deficiente di elementari abilità logico/cognitive (un idiota), perchè il suo credere se non è provabile vero non è nemmeno provabile falso. Allo stesso modo non si può giudicare chi NON_CREDE, uno stolto o deficiente di elementari abilità logico/cognitive... infatti io MAI lo faccio di giudicare in tal modo chi non_crede, mentre continuamente mi imbatto in non_credenti che, direttamente o indirettamente, mi rivolgono tal giudizio.
Rispetto alla veridicità della testimonianza umana, del resto, l'accettazione dell'ipotesi di "allucinazione collettiva" (sovente usata per negare la consistenza reale delle testimonianze convergenti di un gruppo di persone) è la negazione stessa dell'esistenza di una realtà oggettiva che possa essere conosciuta solo soggettivamente. Si suppone che una testimonianza, per essere "vera", non deve essere di uno o di alcuni, ma di "tutti gli esseri viventi nello stesso tempo" perchè in altro modo non è possibile distinguere l'allucinazione del singolo (il quale viene definita tale dal differenziale tra ciò che il singolo vede e sente e ciò che altri vedono e sentono nello stesso tempo e spazio) dall'allucinazione collettiva, dato che, come platiscamente insegna Matrix, tutta la realtà conosciuta potrebbe essere un'enorme collettiva allucinazione.
Ma, c'è però, una distinzione da fare sulla base logica della valutazione di veridicità delle testimonianze sia per quanto riguarda quelle relative a questioni religiose, che per altre questioni, per esempio quelle riguardanti UFO, abduzioni e cerchi nel grano. Nell'affermare "nessun miracolo/apparizione è mai avvenuto/a", "nessun alieno è mai venuto sulla terra" e "i cerchi nel grano sono tutti fatti dall'uomo" bisogna PRESUPPORRE che TUTTE le testimonianze siano false; ovvero IF T1 AND T2 AND Tx... = FALSE THEN RESULT = FALSE Ma per affermare "gli alieni sono venuti sulla terra" basta presupporre che anche SOLO UNA tra tutte le testimonianze sia vera; ovvero IF T1 OR T2 OR Tx... = TRUE THEN RESULT = TRUE Notare che sia per la condizione logica AND, che per OR ad ogni nuovo elemento inserito aumenta il numero delle possibili combinazioni che danno TRUE e quindi aumentano le probabilità che il risultato della condizione sia "TRUE".
Per esempio con due elementi abbiamo le combinazioni: FF FV VF VV che per AND danno come risultato F, V, V, V e per OR danno risultato F, V, V, V. con tre elementi abbiamo: FFF FFV FVF FVV VFF VFV VVF VVV che per AND danno come risultato F, V, V, V, V, V, V, V e per OR danno risultato F, V, V, V, V, V, V, V. Si può notare come le combinazioni che danno per risultato VERO aumentano esponenzialmente e con esse la probabilità.
A questo punto si può applicare alle testimonianze lo stesso tipo di valutazione che normalmente si usa nel rispondere alla domanda: c'è vita nell'universo oltre alla terra? Nessuno, al momento, può dimostrare che ci sia, nè può dimostrare che non c'è ma, stante che affinchè la risposta sia positiva (vero, esiste vita all'infuori della terra) basta supporre che ci sia anche una sola forma di vita in un solo posto nello spazio universale (quindi siamo nella condizione OR) si è inclini a ritenere che "sia probabile che sì" e che sia "improbabile che no"... ovvero è indimostrabile ma ragionevole "crederlo possibile", anzichè "non_crederlo possibile". E questo dovrebbe far capire a chi non_crede che la loro preferenza non è affatto fondata su una maggiore razionalità e correttezza di giudizio rispetto chi crede. e dovrebbero pertanto astenersi dal giudicare chi crede degli emeriti idioti.