domenica 29 marzo 2015

SODOMA E GOMORRA E IL DIO CHE NON PUO' ESSERE

Chi non hai mai sentito pronunciare i nomi delle città di Sodoma e Gomorra?
Chi non sa che esse sono citate nelle libro delle Genesi, che fa parte della Bibbia Ebraica e Cristiana?
Chi non sa che, sempre in quel libro, è scritto che entrambe le città sono state distrutte (e quindi, inevitabilmente uccise le migliaia di persone, uomini, donne, bambini, anziani che vi risiedevano, inclusi i forestieri presenti al momento)?
Chi non sa che... sono state distrutte da Dio A CAUSA dei loro PECCATI?

Ecco se sapete tutte queste cose... sappiate anche che ce nè una di completamente sbagliata... l'ultima.

Nel libro della Genesi c'è scritto infatti che Dio mandò una pioggia di zolfo infuocato sulle città che vennero quindi distrutte. Che la pioggia di fuoco sia stata mandata da Dio non è necessariamente un'affermazione ma un'interpretazione di una fatto.
Per esempio, se avviene un potente terremoto, chi è che ha il potere di scatenarlo? un credente direbbe il potere ce l'ha Dio, per cui è lui quello che l'ha scatenato. Lo stesso dicasi per tutti i fenomeni "naturali"... è Dio che li comanda.
Ma questa affermazione è solo la "deduzione" di chi crede che ogni fenomeno naturale sia la conseguenza di un atto di volontà di Dio. Quindi Dio FA PIOVERE... certo, fa piovere acqua... per questo lo si prega e lo si ringrazia... ma FA PIOVERE anche zolfo infuocato, se gli pare. Ma nel testo biblico non viene affermato che Dio "parlò" e "DISSE" che avrebbe mandato il fuoco dal cielo che avrebbe distrutto entrambe le città e ucciso tutti gli abitanti. Quindi affermare che il fenomeno è stato un ATTO VOLUTO di Dio, è giusto solo se si presume che ogni cosa che avviene nel mondo sia per esplicita volontà divina. Una presunzione che però non è dimostrabile in alcun modo.
Al contrario si potrebbe ben affermare che il Creato, abbia una sua autonomia regolata dalle "leggi" che Dio stesso ha dato, che seguono il loro corso, e creano i loro effetti, in modo autonomo dalla volontà di Dio, il quale se interviene è eventualmente per "modificare" questi effetti, per far piovere quando non sarebbe piovuto o per non far piovere quando avrebbe dovuto. Non possiamo quindi "SAPERE" con certezza se la pioggia di zolfo infuocato sia esso un evento in qualche modo "naturale", che Dio non ha impedito di verificarsi, o che sia un atto deliberato di Dio mosso da UN MOTIVO.
Se fosse un atto deliberato, cosa che non è dato di sapere da quanto riportato nel racconto ma si può solo dedurre, quale sarebbe il motivo che avrebbe reso "giusto" una strage di tale proporzioni?
Si dice che il motivo sono I PECCATI... in particolar modo la tradizione si riferisce al libertinaggio sessuale arrivato a livelli parossistici; infatti il termine "sodomia", che si riferisce ad alcune "perversioni" sessuali, trae la sua origine proprio dalla città di Sodoma citata nel racconto (è un racconto, è diventato testo migliaia di anni dopo) Biblico.
Ma nel racconto non si fa cenno alcuno di questi "peccati". E neppure si afferma che Dio abbia spiegato la motivazione.
Viene invece detto che ci sono due uomini, definiti angeli, ma definiti uomini più sovente (evidentemente sono uomini che qualcosa di speciale che li rende "diversi") che affermano: «noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandati a distruggerli» (Genesi 19,13)
Sono questi "uomini", quindi, stando al racconto, e non Dio, coloro che sono autori della distruzione!
Questi "uomini", che però non sono completamente uomini normali, dicono di essere stati mandati da Dio"... gli si può credere oppure si può dubitare, ma di certo ci si può stupire che Dio agisca in prima persona mandando la pioggia di fuoco e che al contempo si dica che questi uomini sono stati mandati per compiere la distruzione... quale bisogno avrebbe Dio di quegli uomini se poi fosse lui solo ad aver agito? E poi, altra cosa... l'affermazione attribuita ai due "uomini", non fa alcun riferimento ad alcun tipo di "peccato" commesso dagli abitanti delle città.
Di più... sembrerebbe che Dio non sarebbe nemmeno stato mosso di propria iniziativa ma come "risposta" al "grido" innalzato (da chi?) contro gli abitanti delle due città.

Ora, stando così le cose, basandosi sul quando è detto nel racconto, si possono fare varie ipotesi sul rapporto tra quanto accaduto e questi "uomini/non uomini", ma di certo l'affermazione "Dio ha distrutto Sodoma e Gomorra per via dei loro grandi peccati", non trova alcun valido riscontro. La distruzione potrebbe invero essere stata conseguenza di un evento eccezionale ma "naturale" come... una pioggia di meteoriti incandescenti che avrebbero poi dato le fiamme allo zolfo che in quella regione (a sud del Mar Morto) è talmente concentrato da essere presente in forma di "sassi" in superficie che sono altamente infiammabili!

O potrebbe anche essere stato un atto di distruzione deliberato da parte di questi "uomini/non uomini" dotati di poteri superiori. Di sicuro di "peccati" non si parla. Nemmeno nei Vangeli, quando viene riferito di Gesù che cita Sodoma e Gomorra (Luca 17:28-29) non si parla di "peccati". Le parole attribuite a Gesù sono infatti: "Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti."
Mangiavano, bevevano, compravano, vendevano... insomma... una vita "normale".

E' IMPORTANTE quindi capire che l'idea di un Dio che "uccide", che stermina, intere popolazioni per via dei loro "peccati" è un'idea che NON TROVA RISCONTRO nel racconto Biblico è che invero sembrerebbe altamente incoerente con l'idea di un Dio "giusto" ma che si fa prendere dall'ira e che punisce con la morte "i buoni" perchè vivono affianco dei "cattivi"... più che "giustizia divina" appare molto più come un tipo di comportamento e di (in)giustizia molto "umana".

Del resto a sottolineare che un Dio così, ovvero un Dio che uccide o fa soffrire come conseguenza dei "peccati" di uno o di molti, non è il "vero" Dio, c'è un intero racconto che nella Bibbia prende il nome di Libro di Giobbe e che purtroppo è assai poco conosciuto e preso in considerazione quando invece è l'unico libro, ed è anche un libro intero, dedicato al rapporto tra la sofferenza umana e la volontà di Dio.
In poche parole nel libro di Giobbe ciò che viene evidenziato è che il "comune modo di credere", comune anche allora millenni e milleni fa, che la sofferenza sia una punizione inflitta da Dio a causa dei peccati propri o perfino altrui, è semplicemente SBAGLIATO.
Nel racconto di Giobbe, alla fine, dopo un confronto diretto tra Dio e Giobbe, giunto dopo continui lamenti di Giobbe e accuse a Dio di essere ingiusto o quantomeno cinico spettatore delle sofferenze umane, Dio dice a Elifaz il Temanita (uno di quelli che diceva appunto che le sofferenze di Giobbe erano la giusta punizione divina dei suoi peccati): «La mia ira si è accesa contro di te e contro i tuoi due amici, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe. Prendete dunque sette vitelli e sette montoni e andate dal mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per voi; il mio servo Giobbe pregherà per voi, affinché io, per riguardo a lui, non punisca la vostra stoltezza, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe». Cioè!? Giobbe, che ha parlato al limite del blasfemo, ha detto "cose rette", e gli altri tre, che si vantavano di conoscere i pensieri e le ragioni di Dio e spiegavano il dolore di Giobbe come conseguenza dei suoi peccati (o anche non suoi, ma di qualcuno collegato a lui per via genealogica) sono quelli che "non hanno detto cose rette" e sui quali Dio si accende d'ira(!).


domenica 15 febbraio 2015

FATE L'AMORE... FATE LA GUERRA.

In questi giorni, navigando in Youtube alla ricerca dei documentari di History Channel, mi sono imbattutto in uno riguardante la scoperta della mitica città di Troia; il chè mi ha portato a rinfrescarmi un po' la memoria sull'Iliade di Omero e mi ha ispirato alcune riflessioni in tema con i miei post precedenti pubblicati sulla mia pagina Facebook.

La prima riflessione riguarda l'eterno conflitto tra chi si ritiene più intelligente e razionale negando che qualcosa esista basando il suo giudizio sulla "mancanza di prove" e riducendo il racconto Omerico al rango di creazione di pura fantasia, e chi invece ritene che qualcosa possa esistere, anche in mancanza di prove del tipo "smocking gun" (pistola fumante), e che in quel racconto ci sia "del vero".


Ora, al pari dei così detti "cerchi nel grano", anche per i "racconti" (ovviamente anche quelli delle scritture così dette "sacre"), sebbene possano essere frutto gli uni di opera umana, gli altri di fantasia, ciò non significa che i primi siano necessariamente tutti opera umana, e i secondi tutti frutto di fantasia.
Ma questa banale considerazione sembra non turbare molto le granitiche certezze di coloro che basano la prova dell'inesistenza di qualcosa sulla mancanza di prove (a loro piacenti) dell'esistenza e sistematicamente giudicano (in modo irrazionale) falso il tutto per la falsità di una sua parte.
Venne poi il giorno che le rovine di Troia vennero finalmente ritrovate (grazie agli incessanti sforzi di chi credeva che Omero raccontasse qualcosa di realmente accaduto... non certo grazie a chi lo negava) e quelli che ritenevano la sua esistenza il frutto della fervida fantasia di un uomo, dovettero mordersi la lingua.

Omero era un cantastorie, non c'era nessun libro al tempo in cui raccontava di quell'epica battaglia, al tempo non esisteva nemmeno un alfabeto greco... i greci non sapevano scrivere; ma la sua storia piacque a tal punto che qualcuno decise di inventare un alfabeto, l'alfabeto greco appunto, per immortalare quella storia e non lasciarla al destino di un solo cantastorie.

Ma sebbbene non si possa più considerare l'Iliade il solo frutto della fantasia, non si può nemmeno attribuire al racconto il rango di perfetta e puntuale cronistoria di una guerra accaduta cinque secoli prima che egli nascesse. L'Iliade si può considerare un "romanzo storico", al pari, per esempio, dei Promessi sposi, o di molti racconti Biblici, dove in un determinato contesto storico realmente accaduto vengono inseriti elementi che possono essere (ma non necessariamente lo sono) di fantasia.
Ora, qui lo spunto per la seconda riflessione; secondo il racconto Omerico la guerra di Troia fu causata da una fuga d'amore. Elena, la giovane e bellissima moglie di Menelao (non più giovane e forse nemmeno bello), fratello del re greco Agamennone, fugge con il suo "vero amore", Paride, il giovane (e forse bello) figlio di Priamo re di Troia... e guerra fu!

Il trailer del film blockbuster Troy (2004), si apre con le parole del re Priamo che dice al figlio innamorato (traduco dall'inglese, il trailer ufficiale in italiano non sono riuscito a trovarlo): "Ho combattuto molte guerre nella mia vita, alcune per avere la terra, alcune per il potere, alcune per la gloria... suppongo che combattere per l'amore abbia molto più senso che combattere per tutto il resto".
Ora, la domanda sorge spontanea: cosa è più verosimile? che le vicende amorose tra Elena, Paride e Menelao siano davvero la causa scatenante di una guerra di dimensioni epiche? o che questo conflitto "amoroso", se realmente accaduto, sia solo il pretesto per dare il via ad una guerra contro Troia che i greci progettavano già da tempo per ben altri motivi? o che addirittura la fuga di Elena con Paride sia solo una pura invenzione di Omero (o di chi prima di lui) per unire in un solo racconto amore ed eroismo e renderlo così più accattivante per il suo pubblico maschile e femminile?
Credo sia probabile che molti faticheranno a trovarsi d'accordo con le parole di Priamo: "suppongo che combattere per l'amore abbia molto più senso che combattere per tutto il resto".
E' ben più probabile che i greci desiderassero impossessarsi di Troia per la sua ricchezza dovuta alla posizione strategica al centro di un crocevia di intinerari commerciali, dove, in particolare, passava molto rame e stagno, da cui il bronzo e, nell'era del bronzo, chi controlla il commercio di rame ha nelle mani un grandissimo potere; così come sarebbe poter controllare il commercio del petrolio ai giorni nostri.
Quindi, diciamo che è probabile che la vicenda amorosa fosse niente di più che un pretesto, semmai c'è stata. 

Ma, e qui vengo al cuore della mia riflessione, se l'amore può essere il pretesto per una guerra... allora bisognerebbe considerare l'amore qualcosa di molto pericoloso.

Difatti (ecco il punto) molti fervidi atei, illuministi, razionalisti, oppositori di ogni religione, sostengono che esse dovrebbero essere bandite perchè sono solo "un male", e "causa di guerre".
Se fosse giusto bandire tutte le religioni perchè tutte causa di guerre, allora, ragionando razionalmente, stando a quanto ci racconta Omero, bisognerebbe anche bandire tutti gli amori per la stessa ragione.
Ovvio che nessuno, nemmeno i fervidi atei sedicenti illuminati razionalisti arriverebbe a tanto, a chiedere di bandire l'amore; chi può credere veramente che l'amore possa essere causa di una guerra? e tantomeno di tutte le guerre? E anche se ci fosse una storia d'amore in qualche modo collegata ad una guerra essa non può essere nulla di più che un pretesto.
Giusto! dico io... e allora domando: e come mai invece è così facile credere che le religioni tutte, in particolare quella Cristiana, siano la causa delle guerre? Non sono forse i Vangeli Cristiani colmi di insegnamenti all'amore fraterno tra gli uomini?
Non può invece essere che le guerre avvengono per altri motivi e la religione, se c'entra è solo un pretesto?

Come dice Priamo? "Ho combattuto molte guerre nella mia vita, alcune per avere la terra, alcune per il potere, alcune per la gloria"; stranamente non vengono citate le religioni... non ce n'è bisogno per fare una guerra ;)

Eppure, basta dare una veloce lettura a qualsiasi discussione in Internet che abbia per argomento Dio o la Bibbia e sempre, ma dico sempre, c'è quello che dice che le religioni sono un male per l'umanità, immancabile causa di guerre; ovviamente l'affermazione viene detta da qualcuno che si definisce razionale e che definisce idioti chi crede in qualunque religione. Perfino nei commenti ad un documentario riguardante la ricerca delle rovine delle città di Sodoma e Gomorra citate nella Bibbia, c'è quello che ripete il "tantra" suddetto.

Un esempio qui:
"There has been more misery, more torture, more murder, more theft, more rape and more rapine done in the name of Christianity than for any other individual reason" (tradotto: c'è stata più miseria, più torture, più uccisioni, più furti, più stupri e più razzie fatte nel nome della Cristianità che per qualsiasi altro motivo).

Ma mi domando e dico... ma questi sedicenti razionalisti, ma un minimo di cultura storica generale l'hanno studiata a scuola? o durante le lezioni di storia erano sempre immancabilmente ammalati?

Io, devo dirlo sinceramente, sono sempre stato refrattario a studiare storia... tutte quelle date e quelle... guerre! ma qualcosa, per quanto poco mi è rimasto.
Ma, l'impero Romano, almeno gli italiani dovrebbero averlo studiato. Tutte le guerre di espansione da Roma a tutta la penisola, a tutta l'europa dell'est, dell'ovest e del nord fin'anche quasi in Scozia... e poi giù, nel continente africano, a conquistare perfino l'egitto. Con cosa hanno fatto le guerre i romani? con gli stuzzicadenti? i morti ci sono stati? gli stupri? le torture? le razzie? Più di mille anni di storia costantemente segnati da guerre... e Cristo non era nemmeno nato ancora.
Ma pensiamo alla storia "recente"; alle guerre di espansione della Francia di Napoleone... guerre di religione? Alle guerre di espansione della Germania nazista... guerre di religione? Ai carri armati russi che scorazzano per le città di mezza europa dell'est per portare la giustizia e la libertà comunista ai popoli poveri e oppressi confinanti con la grande madre Russia. Alla guerra di indipendenza Americana... guerra di religione? Alla guerra di secessione Americana... guerra di religione? Ma pensiamo a qualcosa di veramente più vicino a chi è Veneto e polesano, come me... le continue guerre di confine tra la Serenissima Repubblica di Venezia e gli Estensi; guerre di religione?
Ovviamente... no, no, no.
E' assolutamente falso, storicamente falso affermare che le guerre nella storia dell'umanità hanno avuto come causa scatenante principale una qualsiasi religione.
Del resto sfido chiunque a trovare nei Vangeli Cristiani una sola frase in cui Gesù istruisce i suoi discepoli ad andare in giro per il mondo a far guerre in suo nome. E pure nella Bibbia, nei testi dell'antico testamento, non c'è nessuna indicazione in tal senso; tant'è che per gli Ebrei proselitismo e apostolato sono concetti completamente estranei alla loro religione.
Ma nei programmi scolastici italiani, oltre a prevedere l'insegnamento della TEORIA evoluzionistica come se fosse l'unica spiegazione logica/razionale possibile (figurarsi quanto è razionale credere che dal caos e dal caso venga l'ordine perfetto, quando è di tutta evidenza che le cose, abbandonate a sè, degradano progressivamente... ma questo è un altro discorso), vengono insegnate la famigerate "Crociate" presentate immancabilmente come le guerre di religione dei Cristiani, teatro delle vicende più atroci della storia.
E ovviamente... c'è chi ci crede... epperforza! te lo insegnano a scuola!

Prima cosa: le atrocità.
Vero, ci sono state... ma sono una prerogrativa dell Crociate? Voglio dire... guardatevi il film Troy, con Brad Pitt che, impersonando Achille, dopo aver ucciso Ettore lo lega al suo carro e ne trascina il corpo tutto attorno alle mura della città sotto gli occhi colmi di orrore e di disperazione del padre di Ettore,Priamo. Si parla di circa 3200 anni fa... circa 1200 anni prima di Cristo... circa 2400 anni prima delle Crociate.
E Cristo stesso? non è stato forse oggetto di una terribile tortura per mano dei soldati romani prima di morire?
Frustato con fruste uncinate che ne strappavano le carni, costretto a portare il peso della propria croce, inchiodato mani e piedi, infilzato con una lancia... mi pare che come tortura sia abbastanza.
Guardare il film La passione di Cristo (2004) può servire per avere una vivida rappresentazione del livello di crudeltà in uso tra i Romani al tempo di Cristo, duemila anni fa, mille anni prima delle Crociate. 

O magari guardiamoci Braveheart - Cuore impavido (1995) in cui si narrano le gesta dell'eroe scozzese che, nel 1305, venne infine catturato, impiccato e quindi squartato. La sua testa venne infilzata su un palo appuntito e posta sul London Bridge; le sue membra poste in maniera raccapricciante a Newcastle, Berwick, Edimburgo e Perth. E la religione non c'entra per nulla, tantomeno quella Cristiana.
E per ultimo un altro cenno di storia che sarebbe bene che fosse più conosciuto, dai Veneti per primi e dal resto degli "occidentali"... il martirio del generale della Repubblica di Venezia Marcantonio Bragadin, Rettore della città-fortezza di Famagosta, ricco porto sulla costa orientale dell'isola di Cipro, nell'anno 1571.
Tratto da Wikipedia: Bragadin venne imprigionato a tradimento e mutilato al viso (gli vennero mozzate ambedue le orecchie e il naso), quindi rinchiuso per dodici giorni in una minuscola gabbia lasciata al sole, con pochissima acqua e cibo. Al quarto giorno i Turchi gli proposero la libertà se si fosse convertito all'Islam, ma Bragadin rifiutò. Il 17 agosto del 1571, tratto già quasi esanime dalla prigionia e con gravi ustioni sul corpo, fu appeso all'albero della propria nave e massacrato con oltre cento frustate, quindi costretto a portare in spalla per le strade di Famagosta una grande cesta piena di pietre e sabbia, finché non ebbe un collasso. Fu quindi riportato sulla piazza principale della città incatenato a un'antica colonna e qui scuoiato vivo a partire dalla testa, anche se morì prima della fine della tortura. Le sue membra squartate vennero distribuite tra i vari reparti dell'esercito e la pelle, riempita di paglia e ricucita, venne rivestita delle insegne militari e portata a cavallo di un bue in corteo per Famagosta. Il macabro trofeo, insieme alle teste del generale Alvise Martinengo, del generale Astorre Baglioni, di Gianantonio Querini e del castellano Andrea Bragadin, venne issato sul pennone di una galea e portato a Costantinopoli.


Seconda cosa: le cause.
Leggo da WikipediaNel XVIII secolo, con l'Illuminismo, si arrivò a considerare le Crociate come il frutto di un'epoca fanatica e superstiziosa.
Certamente gli "illuminati" illuministi avranno le loro buone ragioni razionaliste per affermare che le Crociate fossero il frutto di fanatismo e superstizione ma io credo che se questi illuminati si sono potuti permettere di esistere e di esprimere i loro sprezzanti giudizi sulle Crociate devono ringraziare proprio quelle guerre. L'illuminismo è nato in europa, nell'europa Cristiana, non nell'arabia musulmana... e non è un caso. Infatti, con l'unica eccezione dello stato pontificio, il Cristianesimo in europa ha sempre avuto a che fare con uno stato non teocratico senza che questo creasse particolari problemi di fede dato che nei Vangeli Cristiani è famosa la frase attribuita a Gesù: "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio".
Leggo da Wikipedia: "Questo passo è stato interpretato variamente e considerato un insegnamento sul laicismo o sull'obbedienza alle autorità civili."
Tale accodiscendenza teologica nei confronti del laicismo è decisamente assente nell'Islam, dove lo stato teocratico è considerato invece la naturale conseguenza della fede musulmana.
Cosa c'entra questo con le Crociate? C'entra, perchè chi non stava dormendo alle lezioni di storia alle medie, o non era ammalato, dovrebbe sapere cosa sono "i mori".
Con questo nome (derivato dal latino Mauri) gli Spagnoli designarono gl'invasori musulmani che a partire dal 711 occuparono la maggior parte della penisola iberica. E più o meno nello stesso periodo i "mori" sono stati anche ad un passo dalla penisola italica, conquistando la sicilia nell'827 e istituendovi un emirato che è durato circa due secoli e mezzo. Musulmani che invadono l'Europa ad ovest, dalla spagna, a sud, dalla sicilia e nord africa (in mano al "feroce Saladino"), a est dall'avanzata dell'impero selgiuchide, poi impero ottomano.
Leggendo questa pagina http://cronologia.leonardo.it/mondo17a.htm , dove vengono sinteticamente riportare tutte le crociate, è facile capire come queste, avessero ben poco a che fare con i Vangeli e gli insegnamenti Cristiani, ma piuttosto con la riconquista, o liberazione di terre e città prese e occupate dagli invasori arabi (pensate ad Alessandria d'Egitto, dove sorse la prima comunità Cristiana per opera dell'evangelista Marco, invasa dagli arabi del califfo Umar nel 639, e da cui, nell'828, alcuni mercanti veneziani trafugarono le spoglie dell'evangelista per portarle a Venezia dove venne realizzata, per custodirle, la basilica di San Marco).

Allora, riepilogando... storicamente le religioni (in generale e quella Cristiana in particolare), come l'amore, non sono realmente le cause delle guerre, possono, semmai, esserne stato un pretesto per una piccola parte di tutte le guerre combattute nella storia dell'umanità.


A questo punto arriva il solito illuminato razionalista a dire: beh, ma se si tolgono le religioni, si toglie il pretesto.

Certo... e allora? senza pretesto non si fa la guerra? ma quanta beata ingenuità!
Senza un pretesto, semplicemente se ne trova un altro.
Eppoi, se la logica razionale è quella di disprezzare e ritenere deplorevole e dannoso per l'umanità tutto ciò che nella storia è stato usato come pretesto per le guerre, allora dovremmo bandire non solo le religioni, ma la democrazia, il comunismo e anche...

l'amore.

domenica 18 gennaio 2015

QUANDO NON CI SONO PROVE... MEGLIO CREDERE

Quello che segue cerca di essere un'analisi logica e c'è anche un minimo di riferimento al classico linguaggio di programmazione. L'analisi tenta di rispondere alla domanda se sia o no più ragionevole credere o non_credere a delle testimonianze che non possono essere provate vere.
La domanda può sembrare strana: come si fa a credere ad una testimonianza che non si può provare vera?
Il fatto è che il non provare che una testimonianza sia vera, di per sè non comporta che si sia dimostrato che sia falsa; per cui, se non è dimostrata falsa può ancora essere creduta senza cadere nell'irragionevolezza.
Per esempio, se io dico che oggi ho perso esattamente cinque capelli, nessun può dimostrare che dico il vero, ma nemmeno che dico il falso.
Ci sono avvenimenti che si conoscono solo per mezzo di quanto viene riportato dai testimoni (per esempio, la vita e le parole di Cristo, quella di Maometto, gli incontri con esseri alieni dotati di veicoli volanti, le abduzioni, rapimenti alieni, le formazioni grafiche nei campi, i cerchi nel grano, gli incontri con gli spiriti, esperienze pre-morte). Chi si occupa anche solo superficialmente di casi giudiziari sa quanto sia difficile giungere ad una ricostruzione certa dei fatti ed avvenimenti anche se il caso in cui si indaga è relativo ad avvenimenti accaduti al giorno d'oggi.
Ne deriva che la ricostruzione "certa" dei fatti avvenuti in un lontano passato, lontano decenni, secoli, millenni, è oggettivamente un impresa tecnicamente impossibile e quindi si può affermare che è altrettanto IMPOSSIBILE dimostrare la FALSITA' DI TUTTE le testimonianze collegate agli avvenimenti oggetto di indagine. Allo stesso tempo è IMPOSSIBILE DIMOSTRARE LA VERIDICITA' di tutte le testimonianze; dirò di più, è impossibile dimostrare la veridicità di ANCHE SOLO DI UNA tra tutte stante che la verità, per essere oggettiva, non deve essere sostenuta da assiomi. Ma secondo logica, nessuna dimostrazione è possibile senza assiomi (io l'avevo capito da solo che la verità oggettiva è qualcosa che non è alla portata dell'uomo, molti anni fa, probabilmente dopo la lettura del "Pendolo di Foucault" di Umberto Eco, e ancor più dopo aver visto "Matrix" il film, ben prima quindi di venire a conoscenza del teorema di Gödel). Allora succede che credere, come non_credere, è una scelta soggettiva e non oggettiva e non si può giudicare chi crede uno stolto o deficiente di elementari abilità logico/cognitive (un idiota), perchè il suo credere se non è provabile vero non è nemmeno provabile falso. Allo stesso modo non si può giudicare chi NON_CREDE, uno stolto o deficiente di elementari abilità logico/cognitive... infatti io MAI lo faccio di giudicare in tal modo chi non_crede, mentre continuamente mi imbatto in non_credenti che, direttamente o indirettamente, mi rivolgono tal giudizio.
Rispetto alla veridicità della testimonianza umana, del resto, l'accettazione dell'ipotesi di "allucinazione collettiva" (sovente usata per negare la consistenza reale delle testimonianze convergenti di un gruppo di persone) è la negazione stessa dell'esistenza di una realtà oggettiva che possa essere conosciuta solo soggettivamente. Si suppone che una testimonianza, per essere "vera", non deve essere di uno o di alcuni, ma di "tutti gli esseri viventi nello stesso tempo" perchè in altro modo non è possibile distinguere l'allucinazione del singolo (il quale viene definita tale dal differenziale tra ciò che il singolo vede e sente e ciò che altri vedono e sentono nello stesso tempo e spazio) dall'allucinazione collettiva, dato che, come platiscamente insegna Matrix, tutta la realtà conosciuta potrebbe essere un'enorme collettiva allucinazione.
Ma, c'è però, una distinzione da fare sulla base logica della valutazione di veridicità delle testimonianze sia per quanto riguarda quelle relative a questioni religiose, che per altre questioni, per esempio quelle riguardanti UFO, abduzioni e cerchi nel grano. Nell'affermare "nessun miracolo/apparizione è mai avvenuto/a", "nessun alieno è mai venuto sulla terra" e "i cerchi nel grano sono tutti fatti dall'uomo" bisogna PRESUPPORRE che TUTTE le testimonianze siano false; ovvero IF T1 AND T2 AND Tx... = FALSE THEN RESULT = FALSE Ma per affermare "gli alieni sono venuti sulla terra" basta presupporre che anche SOLO UNA tra tutte le testimonianze sia vera; ovvero IF T1 OR T2 OR Tx... = TRUE THEN RESULT = TRUE Notare che sia per la condizione logica AND, che per OR ad ogni nuovo elemento inserito aumenta il numero delle possibili combinazioni che danno TRUE e quindi aumentano le probabilità che il risultato della condizione sia "TRUE".
Per esempio con due elementi abbiamo le combinazioni: FF FV VF VV che per AND danno come risultato F, V, V, V e per OR danno risultato F, V, V, V. con tre elementi abbiamo: FFF FFV FVF FVV VFF VFV VVF VVV che per AND danno come risultato F, V, V, V, V, V, V, V e per OR danno risultato F, V, V, V, V, V, V, V. Si può notare come le combinazioni che danno per risultato VERO aumentano esponenzialmente e con esse la probabilità.
A questo punto si può applicare alle testimonianze lo stesso tipo di valutazione che normalmente si usa nel rispondere alla domanda: c'è vita nell'universo oltre alla terra? Nessuno, al momento, può dimostrare che ci sia, nè può dimostrare che non c'è ma, stante che affinchè la risposta sia positiva (vero, esiste vita all'infuori della terra) basta supporre che ci sia anche una sola forma di vita in un solo posto nello spazio universale (quindi siamo nella condizione OR) si è inclini a ritenere che "sia probabile che sì" e che sia "improbabile che no"... ovvero è indimostrabile ma ragionevole "crederlo possibile", anzichè "non_crederlo possibile". E questo dovrebbe far capire a chi non_crede che la loro preferenza non è affatto fondata su una maggiore razionalità e correttezza di giudizio rispetto chi crede. e dovrebbero pertanto astenersi dal giudicare chi crede degli emeriti idioti.